Arado Ar 240

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Arado Ar 240
vista di pianta di un modello in scala dell'Ar 240
Descrizione
TipoCaccia pesante (zerstörer)
Equipaggio2
ProgettistaWalter Blume
CostruttoreBandiera della Germania Arado
Data primo volo10 maggio 1940
Utilizzatore principaleBandiera della Germania Luftwaffe
Esemplari15
Altre variantiArado Ar 440
Dimensioni e pesi
Lunghezza13,45 m
Apertura alare16,59 m
Altezza3,95 m
Superficie alare35,0 m²
Peso a vuoto6 480 kg
Peso carico10 700 kg
Propulsione
Motoredue Daimler-Benz DB 603 A
Potenza1 750 PS (1 287 kW) ciascuno
Prestazioni
Velocità max670 km/h a 7 000 m
Autonomia2 090 km
Tangenza9 800 m
Armamento
Mitragliatrici2 EDL MG 131 Z calibro 13 mm
Cannoni6 MG 151/20 calibro 20 mm
Notedati riferiti alla versione Ar 240 C

i dati sono estratti da Die Deutsche Luftrüstung 1933-1945 (Band 1)[1]

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L'Arado Ar 240 era uno zerstörer, tipologia di aereo da caccia pesante bimotore sviluppata su richiesta del Reichsluftfahrtministerium (RLM), multiruolo realizzato dall'azienda tedesca Arado Flugzeugwerke GmbH nei tardi anni trenta e rimasto allo stadio di prototipo.

Progettato per sostituire nei suoi vari ruoli il precedente Messerschmitt Bf 110, venne valutato dalla commissione esaminatrice assieme al concorrente Messerschmitt Me 210, quest'ultimo successivamente risultato vincitore. Tuttavia, a causa dei problemi riscontrati da entrambi i modelli il progetto dell'Ar 240 venne ulteriormente sviluppato fino alla dichiarazione ufficiale dell'assegnazione del concorso al Me 210 ed abbandonato dopo la costruzione di 15 unità tra prototipi ed esemplari di preserie.

Storia del progetto

Nell'ambito dei propositi di espansione territoriale Adolf Hitler approvò, nell'ottobre 1938, un nuovo programma per lo sviluppo della tecnologia militare nel quale l'aviazione era una delle componenti principali. Nei progetti del Reichsmarschall Hermann Göring, a capo dell'RLM, era necessario istituire 16 Zerstörergeschwader (ZG), reparti equivalenti agli stormi per la Regia Aeronautica equipaggiati con gli zerstörer ovvero un particolare tipo di caccia pesante bimotore. I velivoli in dotazione ai reparti dovevano essere i Bf 110 ed un loro sviluppo più efficiente che, nelle previsioni, ne doveva superare i limiti, il Me 210.

Tuttavia l'RLM emise una specifica per la fornitura di questa tipologia di velivolo alla quale partecipò anche la Arado Flugzeugwerke con un suo progetto che, come prevedeva il capitolato, riguardava un nuovo modello bimotore ad ala bassa che potesse ricoprire quel ruolo principale e, tramite poche modifiche, anche quello di bombardiere con capacità di bombardamento in picchiata, ricognitore e caccia notturno.

Utilizzatori

Bandiera della Germania Germania
  • Luftwaffe

Note

  1. ^ Nowarra 1993, pp. 238-239.

Bibliografia

  • Enzo Angelucci, Paolo Matricardi, Guida agli Aeroplani di tutto il Mondo, vol. 4, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1979.
  • (DE) Heinz J. Nowarra, Die Deutsche Luftrüstung 1933-1945, Band 1, Koblenz, Bernard & Graeffe Verlag, 1993, ISBN 3-7637-5464-4.
  • (EN) John Richard Smith, Antony J. Kay, German Aircraft of the Second World War, 7th edition, London, Putnam, 1990 [1972], ISBN 0-85177-836-4.
  • (EN) Tony Woods, Bill Gunston, Hitler's Luftwaffe: A pictorial history and technical encyclopedia of Hitler's air power in World War II, London, Salamander Books Ltd., 1977, ISBN 0-86101-005-1.

Voci correlate

Velivoli comparabili

Bandiera della Germania Germania

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Collegamenti esterni

  • (EN) Arado Ar 240, su Lufwaffe Resource Center, http://www.warbirdsresourcegroup.org/LRG/. URL consultato il 13 giugno 2011.
  • (EN) Arado Ar 240 Multi-Purpose / Multi-Role Heavy Fighter, su Military Factory, http://www.militaryfactory.com. URL consultato il 13 giugno 2011.
  • (EN) Maksim Starostin, Arado Ar 240, su Virtual Aircraft Museum, http://www.aviastar.org/index2.html. URL consultato il 13 giugno 2011.
  • (DE) Bert Hartmann, Arado Ar 240, su LuftArchiv.de, http://www.luftarchiv.de/, 12 maggio 2009. URL consultato il 13 giugno 2011.
  • (RU) Arado Ar.240, su Уголок неба, http://www.airwar.ru. URL consultato il 13 giugno 2011.
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