Isabella Villamarina

Isabella Villamarina
Principessa di Salerno
Stemma
Stemma
In carica1516 - 1553
PredecessoreMarina d’Aragona di Villahermosa
SuccessoreConfisca regia
Nascita1503
MorteMadrid, 14 ottobre 1559
DinastiaVillamarino
PadreBernardo Villamarino
MadreIsabella di Cardona
ConsorteFerrante Sanseverino

Isabella Villamarina, o Villamarino[1] (1503 – Madrid, 14 ottobre 1559), è stata una letterata e nobile italiana, ultima principessa di Salerno.

Biografia

Carlo V
Chiesa del Gesù Nuovo, ex Palazzo Sanseverino a Napoli
Monastero di Montserrat, Catalogna

Figlia di Isabella di Cardona e del catalano Bernardo Villamarino[2], grande ammiraglio del Regno di Napoli e conte di Capaccio, dopo la morte di lui, avvenuta nel 1512, ereditò il feudo di Capaccio e Altavilla.

Insieme a Ferrante Sanseverino, principe di Salerno, giovane orfano affidato da Ferdinando II alla famiglia Villamarino, fu educata dai migliori istitutori dell'epoca, fra cui l'umanista Pomponio Gaurico.

Di bell'aspetto ed elegante[3], si formò una solida cultura, sottolineata fra gli altri da Paolo Manuzio che si disse colpito della qualità di alcune sue composizioni in lingua latina[4], mentre Laura Terracina la nominò in vari sonetti:

Laura Terracina

«A tal Villa Marina, e a tal scoglio/ Eolo nulla val con sua procella/ Hor in quest’una parte et hor in quella/ L’ignuda barca mia lego e discioglio…»[5]; anche Bernardo Tasso le dedicò alcune opere[6].

Nel 1516, con il consenso del re Ferdinando il Cattolico, sposò Ferrante Sanseverino. Il matrimonio unì due potenti dinastie: la loro corte, ospitata nel palazzo Sanseverino di Napoli e nella dimora di Salerno, divenne un punto di riferimento per artisti, musicisti, letterati e filosofi del tempo. Anche Carlo V fu ospite della coppia, alloggiato nel sontuoso palazzo dell'abate Ruggi a Salerno, per volere di Ferrante. La permanenza a Salerno dell'imperatore ci è descritta dai cronisti del tempo: il 18 novembre 1525 venne accolto con una parata imponente, fuochi artificiali, messe solenni e cene sontuose.[7] Carlo V rimase colpito dalla magnificenza regale della corte, ma soprattutto dal fascino vivace e colto di Isabella, tanto che l'amicizia fra i due rimase inalterata negli anni a venire, come testimoniano le lettere conservate all'Archivio di Stato di Simancas.

A quarantotto anni, a causa di un malore e un gonfiore al ventre, pensò di essere in attesa del tanto desiderato erede, ma il tutto si rivelò solo un problema di salute senza importanza: la coppia si trovava allora ad affrontare, fra l'altro, il problema della successione[8].

Salerno al tempo del principe Ferrante Sanseverino
in una stampa rinascimentale

Dopo poco, nel 1552, la coppia dovette separarsi: Ferrante, caduto in disgrazia presso il Viceré Don Pedro de Toledo, accusato di eresia, di sodomia, di furto e di aver tramato contro la Spagna, fu condannato a morte: scappò e trovò appoggio presso la corte di Francia, mentre Isabella, spogliata di tutti i suoi beni, si rifugiò dapprima presso sua nipote, Maria de Cardona, al castello di Avellino, e poi a Castel Nuovo di Napoli. Conservate in parte presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, sono giunte a noi lettere poetiche in cui Isabella canta il dolore per la separazione e la lontananza, in particolar modo in una fitta corrispondenza tenuta con l'arcivescovo di Salerno Girolamo Seripando.

Nel 1555 la principessa si recò in Spagna per volere dell'imperatore, probabilmente qui fece anche visita a una sorella monaca. Nel 1559 ottenne il permesso di tornare a Napoli ma fu colta dalla morte a Madrid, durante il viaggio di ritorno, probabilmente per un ictus.[9]

Nel monastero di Montserrat, in Catalogna, vi è una lapide in cui si ricorda la famiglia Villamarino: sono menzionati Bernardo, Isabella di Cardona e Isabella stessa. Nella tradizione popolare cilentana, Isabella Villamarino è ricordata in un canto:[10][11]

«Nun m' chiamate cchiù Donna Sabella
chiamatemi Sabella 'a sventurata
aggio perdut' trentasei castella
'a chiana 'e Puglia e 'a Basilicata
aggio perdut' 'a Salierno bella
ch'era 'o spass r' 'a disgraziata
'a sera m’imbarcaj int' 'a varchetella,
e 'a mattina m' truvai ‘negata.»

Ascendenza

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
 
 
 
Berenguer de Vilamarí i de Constança  
 
 
 
Bernardo Villamarino  
 
 
 
 
 
 
 
Isabella Villamarino  
Ramon de Cardona-Anglesola i de Pinós Hug de Cardona-Anglesola i de Luna  
 
Francesca de Pinós i de Castre  
Antoni de Cardona-Anglesola i Centelles  
Caterina de Centelles Riu-sec i de Bellvis Francesc Gilabert de Centelles Riu-sec i de Queralt  
 
Isabel de Bellvis  
Elisabet de Cardona-Anglesola i de Requesens  
Galceran de Requesens i de Santacoloma Lluís de Requesens i de Relat  
 
Constança de Santa Coloma  
Castellana de Requesens i Joan de Soler  
Elisabet Joan de Soler Bernat Joan Dessoler  
 
 
 

Note

  1. ^ Isabella Villamarino in Enciclopedia delle donne, su enciclopediadelledonne.it. URL consultato il 21 ottobre 2016.
  2. ^ Istoria generale del Reame di Napoli, ovvero Stato antico e moderno delle regioni e luoghi che 'l Reame di Napoli compongono, una colle loro prime popolazioni, costumi, leggi, polizia, uomini illustri, e monarchi. Opera del p. abate d. Placido Troyli dell'ordine cisterciense ... Tomo primo, parte prima [-quinto. Parte 2.]: 5.2, 1º gennaio 1753. URL consultato il 2 novembre 2016.
  3. ^ Placido TROYLI, Istoria generale del Reame di Napoli, 1º gennaio 1753. URL consultato il 31 ottobre 2016.
  4. ^ Francesca Buzzi Bonfichi, Vantaggi della donna istruita, Torino, Fontana, 1941, p. 145. URL consultato il 18 ottobre 2016.
  5. ^ Laura Terracina, Rime della signora Laura Terracina, detta Phebea nell'Accademia degl'Incogniti, appresso Domenico Farri, 1º gennaio 1560. URL consultato il 2 novembre 2016.
  6. ^ Risultato della ricerca Web OPAC ICCU, su edit16.iccu.sbn.it. URL consultato il 28 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2016).
  7. ^ Rosario Messone, La congiura antispagnola del 1552-53. Altavilla - Capaccio. Isabella Villamarina e il Principe di Salerno, Salerno, Palladio, 2001, pp. 45-47.
  8. ^ Pasquale Lopez, La presunta gravidanza di Isabella Villamarino e le disposizioni del Toledo (1550), in Studi storici meridionali, vol. 1985, n. 5.
  9. ^ Salerno nella leggenda, L. Baldassarri, ed. BiMed, Salerno, 2003, p.111, ISBN 8888543007
  10. ^ Eugenio Mucio, Opulenta salernum, Eugenio Mucio, 1º maggio 2014, ISBN 978-605-03-0273-8. URL consultato il 2 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2016).
  11. ^ (EN) Raffaele Cossentino, la Canzone napoletana dalle origini ai nostri giorni: Storia e protagonisti, Rogiosi, 2 febbraio 2015, ISBN 978-88-6950-024-4. URL consultato il 31 ottobre 2016.

Bibliografia

  • Laura Cosentini, Una dama napoletana del XVI secolo. Isabella Villamarino (PDF), Trani, Vecchi, 1896. URL consultato il ottobre 2016.
  • Quinte rime della signora Laura Terracina detta Febea nell’Accademia degli Incogniti, Venezia, A. Valvasorio, 1532
  • Pierre de Bourdelle, Ouvres complèetes, Parigi, Bouchon, Napoli, per Felice Mosca, 1740
  • Benedetto Croce, Isabella Villamarino, in Aneddoti di varia letteratura, Bari 1953
  • Arturo Bascetta - Sabato Cuttrera, Ferrante Sanseverino, Isabella Villamarina. Il principato Citra fra Quattrocento e Cinquecento, Avellino 2012
  • Paolo Tesauro Olivieri, Isabella Villamarina : Signora feudale di Altavilla Silentina del 1500, Salerno, s.n., 2009.
  • Pasquale Lopez, La presunta gravidanza di Isabella Villamarino e le disposizioni del Toledo (1550), in Studi storici meridionali, n. 5, [S.l.], Puglia Grafica Sud, sett.-dic. 1985.

Voci correlate

Collegamenti esterni

  • Isabella Villamarina, su enciclopediadelledonne.it, Enciclopedia delle donne. Modifica su Wikidata
  • Una dama napoletana del XVI secolo: Isabella Villamarina, principessa di Salerno, su books.google.it.
  • Ortensio Lando, Lettere di molte valorose donne, nelle quali chiaramente appare non esser ne di eloquentia ne di dottrina alli huomini inferiori, appresso Gabriel Giolito de Ferrari, 1548. URL consultato il 21 ottobre 2016.
  • "Donna Sabella", Nuova compagnia di canto popolare
  • Franco Pastore, Isabella Sanseverino, s.l., A.I.T.W Edizioni, 2014.
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