Stemma della Normandia

Voci principali: Normandia, Ducato di Normandia.
Stemma della Normandia
Scrive Agostino Inveges che i duchi di Normandia «s'armarono con Due Leopardi d'oro passanti, che havean la lingua, e le ongie azurre in Campo Rosso. [...] s'armarono di Leopardi per accennar la natia ferocia, e 'l militar valore della Gente Normanna. E nō con uno, mà cō due Leopardi nello scudo si blasonarono: poiche [...] Due fratelli, Rollo & Gurim uscirono dalla Noruegia coll'esercito Normanno [...][1]
Blasonatura
Di rosso, a due leopardi l'uno sull'altro d'oro[2].

Lo stemma della Normandia è l'arme con cui viene rappresentata la moderna regione normanna e la cui introduzione, tradizionalmente, viene fatta risalire all'epoca del Ducato di Normandia.

La bandiera normanna riprende il disegno di questo stemma.

Blasonatura e significato

Lo stemma di Normandia, riferisce lo storico siciliano Agostino Inveges, consta di due leopardi d'oro, armati e lampassati d'azzurro, posti in palo in campo rosso[1].

«di rosso, a due leopardi l'uno sull'altro d'oro[2]»

(Blasonatura)

L'Inveges ritiene che i duchi di Normandia abbiano scelto la figura del leopardo «per accennar la natia ferocia, e 'l militar valore della Gente Normanna»[1]. Riguardo a tale figura araldica, invece, l'intellettuale e araldista Marco Antonio Ginanni scrive che «chi prese il Leopardo per Insegna dimostrò particolarmente, ch'ei fosse Guerriero d'ingegno acutissimo per superare gl'incontri più difficili»[3].

Origine dell'arme e simbolismo

Arme del Ducato di Normandia. Miniatura dal Livro do Armeiro-Mor.

Quanto all'origine dell'insegna, l'Inveges sostiene che la dinastia normanna si armò di due e non di un solo leopardo poiché i due animali araldici avrebbero dovuto rappresentare i due fratelli Rollone (capostipite della casata) e Gurim, le cui gesta sono narrate nelle cronache degli storici normanni Dudone di San Quintino e Guglielmo Gemmaticense[1].

Diversamente, l'araldista e genealogista Goffredo di Crollalanza, riportando che il primato dell'introduzione di tale arme sia da ascrivere a Guglielmo il Conquistatore, riferisce che egli avrebbe scelto i leopardi «per indicare, coll'ibridismo di questi animali, la sua bastardigia»[4].

Armi derivate

Lo stesso argomento in dettaglio: Stemma dell'Inghilterra.

Sia il Ginanni, sia il Crollalanza concordano nell'asserire che l'arme d'Inghilterra è il risultato dell'unione tra l'insegna normanna e quella di Guienna, che consta d'un unico leopardo d'oro in campo rosso[5][4].

«I tre Leopardi nell'Arme d'Inghilterra rappresentano l'unione della Normandia, e della Guienna, portandone questa uno, e quella due[5]

(Marco Antonio Ginanni)

Entrando più nel dettaglio, il Crollalanza puntualizza che sarebbe stato Enrico II d'Inghilterra ad aggiungere il terzo leopardo al proprio stemma: egli, infatti, sposando Eleonora d'Aquitania, avrebbe sommato il leopardo presente nell'arme della consorte ai due leopardi dell'arme normanna[4].

«Tre leporadi sono l'arma d'Inghilterra, de' quali due appartengono all'arma di Normandia e il terzo a quella d'Aquitania o Guyenna [...]. Il terzo leopardo fu aggiunto allo stemma d'Inghilterra da Enrico II, quando sposò Eleonora d'Aquitania che l'avea nelle sue arme[4]

(Goffredo di Crollalanza)

Note

  1. ^ a b c d Agostino Inveges, p. 14.
  2. ^ a b Goffredo di Crollalanza, p. 371.
  3. ^ Marco Antonio Ginanni, pp. 104-105.
  4. ^ a b c d Goffredo di Crollalanza, p. 370.
  5. ^ a b Marco Antonio Ginanni, p. 105.

Bibliografia

  • Goffredo di Crollalanza, Enciclopedia araldico-cavalleresca: prontuario nobiliare, Pisa, Giornale Araldico, 1876, ISBN non esistente.
  • Marco Antonio Ginanni, L'arte del blasone dichiarata per alfabeto, Venezia, Guglielmo Zerletti, 1756, ISBN non esistente.
  • Agostino Inveges, Annali della felice città di Palermo prima sedia, corona del re, e capo del Regno di Sicilia, a cura di Pietro dell'Isola, Tomo III, Palermo, Pietro dell'Isola, 1651, ISBN non esistente.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

  • (EN) Ivan Sache, Normandy (Traditional province, France), su crwflags.com/fotw, Flags of the World, 26 aprile 2016, ISSN 1712-9842 (WC · ACNP). URL consultato il 22 novembre 2018.
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