Campo di concentramento di Nohra

Campo di concentramento di Nohra
Konzentrationslager Nohra
Ubicazione
StatoBandiera della Germania Germania
Stato attualeBandiera della Germania Germania
CittàNohra
Coordinate50°58′02″N 11°14′33″E50°58′02″N, 11°14′33″E
Informazioni generali
Informazioni militari
UtilizzatoreMinistero degli Interni della Turingia
Funzione strategica3 marzo 1933
Termine funzione strategicaaprile - maggio 1933
voci di architetture militari presenti su Wikipedia
Modifica dati su Wikidata · Manuale

Il campo di concentramento di Nohra è stato il primo tra i campi di concentramento nazisti in Germania, istituito il 3 marzo 1933 in una scuola presso un campo di aviazione a Nohra.

Fu amministrato dal Ministero degli Interni della Turingia; i detenuti furono esclusivamente politici comunisti e comprendevano la metà del gruppo del partito comunista presente nel parlamento statale della Turingia. I prigionieri non furono costretti a lavorare, non subirono dei maltrattamenti sistematici, ma soffrirono per le scarse condizioni igieniche e la mancanza dei letti.

Il campo fu chiuso dopo pochi mesi, l'edificio fu demolito negli anni 1950. Una targa commemorativa del campo è stata posta nel 1988 e tolta nel 1990; dal 2023 non esiste più una bacheca commemorativa del campo.

Contesto storico

Dal 1930 il partito nazista faceva parte del governo dello stato federato della Turingia, quando Wilhelm Frick fu nominato ministro degli interni. Dopo le elezioni statali del 1932, i nazisti formarono un governo di coalizione sotto la guida di Fritz Sauckel, che ricoprì anche la carica di ministro degli interni. Il 28 febbraio 1933 fu costituita un'unità Hilfspolizei della Turingia sotto il comando di Sauckel, con dei membri reclutati dalle SA, dalle SS e dall'associazione dei veterani dello Stahlhelm. Dopo l'incendio del Reichstag del 27 febbraio 1933, furono arrestati centinaia di membri del Partito Comunista di Germania.[1]

Per ridurre il sovraffollamento delle carceri, il Ministero degli Interni della Turingia decise di aprire nuovo campi, definiti Sammellager[2], il primo di questi campi fu aperto il 3 marzo 1933 a Nohra, vicino a Weimar:[3][4] quel giorno arrivarono 100 prigionieri da varie stazioni di polizia e prigioni vicine. Molti dei prigionieri provenivano dalle città industriali di orientamento socialista della Turingia. Il giorno successivo la popolazione del campo arrivò a contare 170 persone e intorno al 12 marzo raggiunse il picco di 220 prigionieri.[3] Molti altri arresti ebbero luogo dopo le elezioni del 5 marzo. Dall'8 marzo 1933, il campo fu descritto come un campo di concentramento.[5]

Il campo

Heimatschule Mitteldeutschland a Nohra, poi sede del campo di concentramento.

Il campo si trovava presso il campo di aviazione di Nohra, in una struttura risalente alla prima guerra mondiale costituita da due edifici collegati da un terzo più basso.[3][5] L'edificio era abbastanza vicino al successivo campo di concentramento di Buchenwald.[6]

A partire dal 1928, la struttura fu utilizzata per ospitare la Heimatschule Mitteldeutschland, una scuola militare di destra per giovani uomini.[5] La scuola offriva per lo più campi vacanza che combinavano sport a sfondo militare insieme all'educazione politica nazional-conservatrice. Tra il 1928 e il 1931, 1119 giovani, di età non superiore ai 15 anni, parteciparono alle attività della scuola.[7] Inoltre erano presenti un campo di lavoro volontario del Freiwilliger Arbeitsdienst e un campo sportivo militare dell'associazione Stahlhelm.[5] I vantaggi per il sito furono l'ideologia locale favorevole, la presenza di edifici adatti e la presenza della Schutzpolizei nella vicina Weimar.[8]

Il campo di concentramento era situato al secondo piano e suddiviso in tre grandi stanze arredate solo con paglia e coperte,[9] non c'erano letti,[5] neanche recinzioni o filo spinato[9] e il sito era "liberamente accessibile".[5]

Amministrazione

A differenza della maggior parte dei campi di concentramento successivi, Nohra non fu amministrata dalle SA o dalle SS, ma dal Ministero degli Interni della Turingia.[10] Gli studenti della Heimatschule furono impiegati come guardie supplementari. Nell'edificio scolastico fu allestita una stazione di polizia dove venivano interrogati i nuovi arrivati.[3] Il comandante della stazione viveva nelle vicinanze, ancora oggi chiamata localmente Kommandantenvilla[11], che a partire dal 2003 è stata utilizzata come Gasthaus.[6]

Vita nel campo

Tutti i prigionieri erano comunisti turingi. Metà del gruppo del Partito Comunista (KPD) nel Parlamento della Turingia fu imprigionato a Nohra, insieme a Rudolf Arnold, Richard Eyermann, Fritz Gäbler, Leander Kröber ed Erich Scharf.[3] Tra gli altri prigionieri vi erano il membro del KPO Werner Klinz e l'ex deputato del KPD Hermann Steudner.[12][13]

I prigionieri non lavoravano, trascorrevano l'intera giornata nei padiglioni in cui dormivano, la monotonia era interrotta solo dagli interrogatori o dai nuovi arrivi,[3] non si verificavano abusi sistematici da parte delle guardie,[5] ma le condizioni igieniche erano molto scarse, soprattutto perché il campo era sovraffollato.[3]

Il detenuto Fritz Koch, funzionario del gruppo paramilitare Roter Frontkämpferbund,[2] morì il 17 marzo 1933 in un ospedale di Weimar per un'infezione ai denti contratta nel campo;[5] questo fu l'unico decesso legato al campo di concentramento di Nohra.[2][14] L'occupazione media del campo era di 95 persone, con un massimo di 220.[3] In totale, a Nohra furono internati circa 250 prigionieri fino alla chiusura del campo.[15] Per un breve periodo, furono detenute anche alcune donne nel campo.[3]

I detenuti di Nohra furono autorizzati a votare alle elezioni federali tedesche del marzo 1933 e la loro presenza causò un significativo aumento dei voti comunisti a Nohra (172 nel marzo 1933 contro i 10 delle elezioni locali del dicembre 1932).[15] I prigionieri che furono rilasciati dovettero firmare una dichiarazione in cui si impegnavano ad astenersi dai futuri impegni politici.[16]

Chiusura e eredità

Nohra fu tra i primi campi di concentramento che vennero chiusi,[5] il 12 aprile 1933[15][17] o il 10 maggio 1933.[5] Tutti i prigionieri rimasti vennero trasferiti in una prigione a Ichtershausen.[5][15] Nell'ottobre 1933, alcuni di loro, tra cui Eyermann e Kröber, vennero trasferiti nel campo di concentramento di Bad Sulza nella vicina città di Bad Sulza.[5][15] La Heimatschule fu chiusa nell'ottobre 1933. Dal 1935, il campo fu utilizzato dalla Luftwaffe, che aggiunse alcune caserme e altri edifici.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale le stesse caserme furono utilizzate dall'Armata Rossa.[5] Nel 1946, il governo della Turingia prese in considerazione l'idea di trasferire gli uffici amministrativi presenti nel campo, ma ciò non fu accettato dalle autorità sovietiche di occupazione.[18]

All'inizio degli anni '50 l'edificio fu demolito .[11][19] Nel 1988, il Partito di Unità Socialista di Germania del distretto di Weimar ordinò l'installazione di una targa commemorativa per il campo di concentramento di Nohra: la targa recitava "In dieser Gemeinde haben die imperialistischen Machthaber im März 1933 das erste faschistische Konzentrationslager in Thüringen errichtet" ("In questo comune, i governanti imperialisti hanno allestito il primo campo di concentramento fascista in Turingia nel marzo 1933").[5][6] Dopo la riunificazione tedesca, la targa è stata spostata nell'attico del municipio nel 1990, e all'inizio degli anni 2000 non c'era alcuna indicazione locale dell'esistenza del campo.[6][20]

Note

  1. ^ Wohlfeld, pp. 140-141.
  2. ^ a b c Drobisch, Wieland, p. 11.
  3. ^ a b c d e f g h i Wohlfeld, p. 141.
  4. ^ (EN) Stiftung Gedenkstätten Buchenwald und Mittelbau-Dora, Das KZ Nohra im Kontext der nationalsozialistischen Machtübernahme, su Buchenwald Memorial. URL consultato il 23 gennaio 2024.
  5. ^ a b c d e f g h i j k l m n Wagner
  6. ^ a b c d Zeiss
  7. ^ Reimers, pp. 155–156.
  8. ^ Wagner
  9. ^ a b Wohlfeld, p. 174.
  10. ^ Bernhard
  11. ^ a b Brandt
  12. ^ Weber, Herbst
  13. ^ Weber, Herbst
  14. ^ Wohlfeld, p. 115.
  15. ^ a b c d e Wohlfeld, p. 141.
  16. ^ Drobisch, Wieland, p. 11-12.
  17. ^ Wohlfeld, p. 175.
  18. ^ Wahl, p. 212.
  19. ^ Flugplatz Nohra
  20. ^ Wohlfeld, p. 176.

Bibliografia

  • (DE) Henry Bernhard, Todesstoß für die Weimarer Republik, su Deutschlandfunk, 23 marzo 2008. URL consultato il 25 aprile 2021.
  • (DE) Sabine Brandt, In Nohra stand das erste sogenannte KZ, 20 febbraio 2013. URL consultato il 12 maggio 2021.
  • (DE) Klaus Drobisch e Günther Wieland, System der NS-Konzentrationslager 1933–1939, Walter de Gruyter GmbH & Co KG, 2018, ISBN 978-3-05-006633-2.
  • (DE) Bettina Irina Reimers, Die Neue Richtung der Erwachsenenbildung in Thüringen 1919 bis 1933, Universität Tübingen, 2000.
  • (DE) Jens-Christian Wagner, Nohra: Das 1. Konzentrationslager in Thüringen, su www.mdr.de, Mitteldeutscher Rundfunk, 3 March 2023. URL consultato il 9 maggio 2023.
  • (DE) Jens-Christian Wagner, Prof. Jens-Christian Wagner über Thüringens 1. Konzentrationslager, su www.mdr.de, Mitteldeutscher Rundfunk, 3 March 2023. URL consultato il 9 maggio 2023.
  • (EN) Volker Wahl, Thüringens Landeshauptstadt, in Bernhard Post, Volker Wahl, Dieter Marek (a cura di), Thüringen-Handbuch: Territorium, Verfassung, Parlament, Regierung und Verwaltung in Thüringen 1920 bis 1995, Veröffentlichungen aus thüringischen Staatsarchiven, Weimar, Böhlau, 1999, pp. 203–215, DOI:10.1007/978-3-476-02965-2, ISBN 978-3-7400-0962-5.
  • Hermann Weber, Andreas Herbst (a cura di), Klinz, Werner, su www.bundesstiftung-aufarbeitung.de, 2008. URL consultato il 26 aprile 2021.
  • Hermann Weber, Andreas Herbst (a cura di), Steudner, Hermann, su www.bundesstiftung-aufarbeitung.de, 2008. URL consultato il 26 aprile 2021.
  • (DE) Udo Wohlfeld, Das Konzentrationslager Nohra in Thüringen, in Wolfgang Benz, Barbara Distel (a cura di), Terror ohne System: die ersten Konzentrationslager im Nationalsozialismus 1933-1935, Metropol, 2001, ISBN 978-3-932482-61-8.
  • (DE) Udo Wohlfeld, Nohra, in Wolfgang Benz, Barbara Distel, Angelika Königseder (a cura di), Der Ort des Terrors: Geschichte der nationalsozialistischen Konzentrationslager, vol. 2, C.H.Beck, 2005, pp. 174–176, ISBN 978-3-406-52962-7.
  • Udo Wohlfeld, Nohra, in Geoffrey P. Megargee (a cura di), The United States Holocaust Memorial Museum encyclopedia of camps and ghettos, 1933-1945. Volume 1, Early camps, youth camps, and concentration camps and subcamps under the SS-Business Administration Main Office (WVHA), traduzione di Stephen Pallavicini, Bloomington, Indiana University Press, 2009, pp. 140–142, ISBN 978-0-253-00350-8, OCLC 644542383.
  • (DE) Katrin Zeiss, Die Spur nach Buchenwald, 22 febbraio 2003, pp. 1001–1002, ISSN 0931-9085 (WC · ACNP). URL consultato il 25 aprile 2021.
  • Flugplatz Nohra, Flugplatz Nohra e.V., su www.flugplatz-nohra.de. URL consultato il 25 aprile 2021.

Collegamenti esterni

  • (EN) Avner Shapira, A Geography of Evil, su haaretz.com, 12 aprile 2010.
  • (DE) Das KZ Nohra im Kontext der nationalsozialistischen Machtübernahme, su stiftung-gedenkstaetten.de.
  • (DE) Katrin Zeiss, Die Spur nach Buchenwald, su taz.de, Die Tageszeitung Magazin Nr. 6987, 22 febbraio 2003. URL consultato il 23 gennaio 2024 (archiviato dall'url originale il 23 gennaio 2010).
  • (DE) Jens-Christian Wagner, Nohra: Das erste KZ in Thüringen und im Deutschen Reich, su mdr.de, 3 marzo 2023.
Controllo di autoritàGND (DE) 4685783-7
  Portale Nazismo
  Portale Seconda guerra mondiale